Negli ultimi mesi si è fatto un gran parlare dell’oro usato, o meglio dire lavorato e di tutti quei soggetti economici che ruotano attorno ad un settore che, a buon titolo, è considerato tra i più fiorenti del momento.
Grazie all’incremento del valore dell’oro sui mercati, riferito all’oro puro, ma pur sempre termine di riferimento per tutti i commerci inerenti al metallo giallo, ad una completa innovazione del settore e ad una nuova e più stringente disciplina legislativa, le nostre strade sono ormai piene di manifesti pubblicitari e anche il web ci propone un continuo richiamo agli affari che i banco metalli possono garantirci.
Sebbene siano ormai molto noti, questi soggetti restano ancora avvolti da un’aura di mistero, non essendo assimilabili in tutto e per tutto ai compro oro.
Ma chi sono davvero i banco metalli e in cosa consiste la loro attività commerciale? Chi sono i loro principali referenti?
Diversamente dai compro oro, che svolgono la loro attività principalmente nei confronti dei privati, i banco metalli sono degli operatori più complessi, aventi una solida struttura societaria ed inseriti in modo più ampio nel mercato dell’oro e degli altri metalli preziosi, con numerosi e rilevanti rapporti con commercianti di diverso ordine.
Non è escluso che essi stessi si occupino, grazie a numerosi punti vendita sparsi sul territorio con la formula del franchising, anche dell’acquisto di monili e gioielli usati, ma non è a questo che si rivolge essenzialmente la loro struttura.
In particolare, a far corso dall’entrata in vigore della nuova disciplina sul commercio di oro, ai banco metalli che siano in possesso di determinati requisiti è affidata in via esclusiva la possibilità di trattare sia come acquirenti che come rivenditori, l’oro da investimento e industriale ed attribuita la qualifica di Operatori Professionali in Oro.
L’oro da investimento consiste in oro fisico sotto forma di lingotti e monete da investimento, con una elevata percentuale di oro puro, mentre l’oro destinato all’industria, consiste in materiale destinato ad una successiva lavorazione, sia che si tratti di materia grezza (pagliuzze, granuli, polvere ecc.), che di semilavorati o di oro da investimento non più destinato alla sua tipica funzione di riserva del valore e quindi inviato a fusione.
I banco metalli fanno quindi in genere da tramite e acquistano e rivendono oro in queste forme anche a favore di gioiellerie e industrie manifatturiere e intrattengono legami commerciali con le società che si occupano unicamente della fusione.
Capita spesso, specie da quando il mercato dell’oro è rifiorito, che i banco metalli procedano essi stessi alla fusione ed eventualmente alla successiva lingottatura o alla composizione delle lastre d’oro necessarie alla lavorazione orafa.
A tale proposito è bene sottolineare che, oltre ad essere titolari in via esclusiva della tranche di mercato di cui abbiamo parlato più sopra, ad essi è attribuita altresì la possibilità di commerciare i cosiddetti rottami d’oro.
La disciplina legislativa a riguardo non è molto chiara, non fornendo una precisa definizione, ma secondo le elaborazioni dottrinali e giurisprudenziali, con tale espressione si intendono quegli oggetti o quelle parti di oggetti in oro che, a causa delle condizioni in cui versano, non sono più destinabili all’uso che gli era proprio e che quindi possono solo essere inviati a fusione per recuperare l’oro in essi contenuto.
Si tratta essenzialmente di gioielli rotti, frammenti, residui di lavorazione.
I banco metalli li offrono a tale proposito il servizio di fusione a favore dei commercianti che, per la loro attività si trovano in possesso di piccole o grandi quantità di rottami d’oro: gioiellerie, piccoli compro oro individuali, orafi e commercianti in generale, che possono così cedere in cambio di denaro questo materiale oppure farlo fondere per proprio conto in vista di una successiva lingottatura o per il recupero di oro da lavorazione.
Questo tipo di servizi, non è comunque ad esclusivo appannaggio dei commercianti. Sebbene non sia frequente, anche i privati possono accedervi ed ottenere la lingottatura dell’oro di cui sono proprietari.
Il tutto sempre nel pieno rispetto delle norme fissate dalla legge e sotto la stretta vigilanza della Banca d’Italia, a garanzia della trasparenza e della correttezza dei traffici e a tutela della clientela.