Da gennaio a oggi il valore dell’oro è stato molto altalenante, tuttavia la quotazione di questo bene rifugio non è mai scesa sotto i 1.150 dollari all’oncia, anche se si sono toccate punte di 1.300 dollari l’oncia. Proprio per il perdurare di queste alte valutazioni sono molte le persone che decidono di alienare il proprio oro usato per finanziare un’ampia gamma di spese necessarie oppure voluttuarie a seconda delle proprie esigenze. Al tempo stesso l’apertura di un’attività di compro oro rappresenta ancora un ottimo investimento.
Comunque l’anno 2017 si è caratterizzato per il profondo rinnovamento del mercato dell’oro vecchio, così da tutelare maggiormente i consumatori e riconquistarne la fiducia. Infatti la precedente legislazione del settore era molto frammentata e consentiva di operare anche a esercizi di scarsa professionalità oppure che non rispettavano standard qualitativi. Al tempo stesso i compro oro professionali hanno adottato scelte commerciali vincenti e collaborazioni con le autorità competenti per rendere la compravendita di preziosi usati più sicura. In secondo luogo sono stati proprio gli esercizi commerciali più seri a fare pressioni perché venissero introdotte leggi che garantissero il settore e la clientela da comportamenti al limite del lecito.
La legge del 5 Luglio 2017 ha trasformato le modalità della compravendita dell’oro e introdotto requisiti più stringenti per i compro oro. Innanzitutto si è abbassato il limite per l’uso del contante a 500 euro: di conseguenza gli importi per transazioni con cifre superiori saranno erogati soltanto tramite bonifico bancario oppure assegno non trasferibile. L’utilizzo esclusivo di sistemi tracciati per il pagamento di importi di un certo rilievo è dovuto alla volontà di contrastare evasione fiscale e pratiche illecite come la ricettazione. Al tempo stesso si disciplina l’ambito delle operazioni frazionate, cioè una vendita per un importo superiore a 500 euro che viene suddivisa in più transazioni effettuate in momenti diversi. Per legge ogni singolo cliente può ricevere in contanti al massimo 500 euro ogni 7 giorni da un compro oro. In genere si preferisce optare per l’accredito sul conto bancario, quindi è bene recarsi presso il compro oro già muniti di codice IBAN: infatti i tempi sono decisamente ridotti rispetto a un assegno (un giorno lavorativo invece di 4).
Per tutelare maggiormente il consumatore, soprattutto riguardo la copertura dell’assegno, la nuova normativa si pone l’obiettivo di innalzare gli standard qualitativi e professionali del settore. Proprio per questo motivo è stato deciso di professionalizzare gli esercizi commerciali imponendo agli operatori l’iscrizione all’apposito Registro degli operatori compro oro depositato presso l’OAM (Organismo degli Agenti e dei Mediatori). Al tempo stesso è stato introdotto il requisito obbligatorio della regolare licenza per l’attività in materia di oggetti preziosi. Infatti prima che venisse emanato il nuovo testo di legge chiunque poteva svolgere l’attività di compro oro con semplicemente la licenza per il commercio di oggetti preziosi. La nuova disciplina, invece, stabilisce una serie di operazioni per rendere tracciabili tutte le transazioni e obbliga gli esercizi (sia già esistenti che di nuova apertura) a conformarsi. A eccezione delle banche tutti gli operatori del marcato dell’oro usato devono registrarsi all’OAM presentando l’apposita licenza e versando un contributo.
In secondo luogo le nuove modalità per una maggiore tracciabilità dei preziosi interessando anche il privato che vende oro vecchio: in precedenza si doveva presentare un documento di identità valido, ma non certificare la provenienza degli oggetti preziosi. Grazie al testo del 5 luglio 2017, i compro oro hanno l’obbligo di identificare la clientela e di aprire un apposito conto corrente per svolgere l’attività professionale e che deve essere utilizzato soltanto per queste transazioni. In secondo luogo ogni compravendita deve essere riportata su una scheda numerata in maniera progressiva e una copia va consegnata al cliente. Sul documento sono riportati i dati del cliente, la quotazione applicata, la descrizione di ogni singolo pezzo alienato, gli estremi della transazione, la purezza del metallo contenuta negli oggetti, la data e l’ora dell’operazione. Inoltre vanno allegate due fotografie in formato digitale di ogni singolo oggetto ed eventuali informazioni su quale sarà la destinazione finale dei pezzi (vendita oppure fusione). Tutti questi dati devono essere conservati per 10 anni.
Come è evidente non è più possibile per chiunque operare nel settore della compravendita dei preziosi usati, ma per tutelare le esigenze del mercato sono stati introdotti “paletti” normativi precisi. Questa decisione è stata vista con favore dai compro oro seri e professionali, che spesso venivano danneggiati dalle attività illecite oppure al confine della legalità di persone senza scrupoli che sfruttavano il boom del mercato. Infine i grandi brand tendono a proporre alla clientela un’ampia gamma di servizi aggiuntivi per distinguersi dalla concorrenza e risultare più attraenti per chi vuole vendere il proprio oro usato. Infatti queste soluzioni consentono di incrementare il guadagno, ad esempio bloccando il prezzo per 24 o 48 ore in modo che non subisca ribassi.